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Gentilezza o manipolazione?

Gentilezza o manipolazione, in cosa si differenziano?

Il fenomeno è come qualcosa appare, come si manifesta ai nostri sensi, il noumeno è la cosa in sé, l’essenza di ciò che si manifesta come fenomeno. Cito in maniera libera Kant, che non arrivò mai a definire cosa fosse la cosa in se, per affrontare un tema delicato: come distinguere la gentilezza e l’empatia dalla cortesia e la manipolazione.

In fondo una persona cortese appare in maniera identica ad una gentile, almeno per come si manifesta nei comportamenti esteriori. Così come è estremamente difficile distinguere un abile manipolatore da una persona realmente empatica, al punto che sembra che il confine tra l’empatia e la manipolazione, tra la gentilezza e la cortesia di facciata sia estremamente sottile. Da un punto di vista puramente esteriore non potrebbe che essere così.

Differenza tra gentilezza e manipolazione

Ma se da un punto di vista esteriore gentilezza e empatia possono sembrare identiche a cortesia e manipolazione, la loro essenza è proprio diametralmente opposta. Una persona che si comporta in maniera cortese e apparentemente empatica, sarà difficile da distinguere da una persona autenticamente gentile, ma se il suo fine sarà quello di ottenere un vantaggio personale, se il suo modo di porsi è indirizzato esclusivamente verso se stesso, allora sarà un opportunista e, peggio, un vero manipolatore. La cortesia e l’apparente empatia saranno la maschera per raggiungere il proprio interesse.

gentilezza manipolazione Viaggio nel'Umanesimo

La gentilezza autentica, a cui è legata in maniera necessaria l’empatia, non ha un secondo fine, è disinteressata. Una persona realmente gentile è naturalmente ben disposta verso gli altri, si sente partecipe delle gioie e delle sofferenze altrui. Chi vive la gentilezza in maniera autentica si sente parte del mondo, dell’ambiente in cui vive, collegato con gli altri da legami profondi perché abbiamo in comune la nostra umanità. Tutti aspiriamo e stare meglio, ad essere felici, a superare la sofferenza, a vivere in armonia con gli altri, a poter dire, quando sarà arrivato il momento della nostra inevitabile fine, di aver vissuto una vita che valeva la pena di essere vissuta. Se siamo connessi con questa visione del mondo, comportarsi in maniera gentile sarà per noi la cosa più naturale del mondo

La vera gentilezza ci mette in comunicazione  autentica con gli altri, senza secondi fini e ciò, in un mondo caratterizzato da priorità puramente materiali ed esteriori, è profondamente rivoluzionario.

Tecniche di comunicazione empatica

So che ci sono tecniche di comunicazione volte a connettersi in maniera empatica con gli altri con lo scopo di comunicare in maniera efficace ed efficiente. Io stesso ho scritto un post su Linkedin in cui affermo che la gentilezza si può acquisire. Non c’è nulla di male a utilizzare queste tecniche finalizzate a mettere a proprio agio l’altro, a far si che cadano le sue barriere difensive. Ma il discrimine morale per l’uso di tali tecniche di comunicazione è il fine per cui vengono usate. Se servono per aumentare il benessere della persona a cui sono indirizzate, di riflesso magari anche il nostro, ben vengano. Se lo scopo è di far cadere le barriere in modo da ottenere un vantaggio puramente personale, mi sento di dire che non abbiano nulla a che vedere con la vera gentilezza.

Gentilezza empatia come fenomeni si manifestano in maniera che possono sembrare identiche a cortesia, piaggeria, opportunismo e manipolazione, ma la loro essenza profonda, ciò che c’è di autentico dietro alle apparenze è profondamente diversa, diametralmente opposta. La gentilezza ci mette in comunicazione vera con gli altri, senza secondi fini e ciò, in un mondo caratterizzato da priorità puramente materiali ed esteriori, è profondamente rivoluzionario.

Come facciamo a distinguere la gentilezza dalla manipolazione? Sicuramente non è facile e richiede una grande lucidità.

Tu che ne pensi? Ti va di condividere il tuo pensiero?

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