Il lavoro tutelato, il suo ruolo oggi nel mondo moderno
Appartengo a una generazione che ha sempre considerato il lavoro a tempo indeterminato come un obiettivo fondamentale per garantire sicurezza e stabilità economica. Condizione talmente auspicabile da considerare sacrificabili altri valori e anche le proprie aspirazioni personali più profonde. Tuttavia, con i cambiamenti rapidi nel mondo del lavoro, è necessario rivalutare questa visione.
La nuova realtà del lavoro
Oggi, in un mondo del lavoro che sta cambiando velocemente, e non certo nella direzione della stabilità, l’aspirazione alla sicurezza deve essere attentamente rivalutata. Ci viene detto che dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità di lavoro ovunque si presentino, adattandoci a qualsiasi condizione pur di garantirci un reddito.
Non solo l’offerta di lavoro sta cambiando, ma anche la domanda. Sempre più lavoratori non sono disposti ad accettare condizioni sfavorevoli e riconsiderano l’importanza del lavoro nella propria vita. La ricerca di un equilibrio tra vita personale e lavoro, così come l’allineamento tra la posizione lavorativa e le aspirazioni personali, stanno diventando bisogni sempre più sentiti.
Il ruolo del welfare statale
Tutto ciò in un contesto, soprattutto in Italia, dove il welfare statale non è universalistico e spesso la flessibilità è sinonimo di precarietà.
Il sistema di welfare in Italia è caratterizzato da una serie di misure e servizi sociali che mirano a garantire un minimo di sicurezza economica e sociale ai cittadini. Tuttavia, a differenza di altri paesi europei, il welfare italiano non è completamente universalistico. Soprattutto quando parliamo di ammortizzatori sociali, questi strumenti sono a disposizione solo delle categorie protette contrattualmente, mentre dovrebbero garantire la possibilità di conservare un reddito nel passaggio da una lavoro all’altro. Questo crea disparità significative tra diverse categorie di lavoratori.
Una volta il posto fisso a tempo indeterminato era sinonimo di sicurezza economica. Oggi la flessibilità richiesta ai lavoratori spesso si traduce in instabilità, aggravata da un welfare statale inadeguato. Anche la domanda di lavoro è cambiata. Emerge una crescente richiesta di bilanciamento tra vita personale e professionale, e di allineamento del lavoro con le proprie aspirazioni. Il lavoro tutelato, non necessariamente a tempo indeterminato, dovrebbe offrire tutele che permettano di scegliere liberamente le proprie condizioni, senza timore di ritorsioni, favorendo l’espressione del potenziale individuale.
Il welfare statale in Italia presenta sfide significative, e la flessibilità richiesta dal mercato del lavoro deve essere bilanciata con adeguate tutele per evitare che diventi sinonimo di precarietà. Solo attraverso riforme mirate a rendere universali gli ammortizzatori sociali si può garantire un futuro lavorativo più sicuro e giusto soprattutto per i più giovani.
Libertà di scelta
In questo contesto, quale ruolo può avere il lavoro a tempo indeterminato o, almeno, ben tutelato, soprattutto per i giovani che lo vedono sempre meno adeguato al conseguimento delle proprie aspirazioni personali?
Non entro nel dibattito sull’adeguatezza delle tutele attuali, che sono ancora in vigore, ma vorrei focalizzarmi sulla libertà di scelta che queste tutele permettono.
Tutti abbiamo aspirazioni legittime a migliorare la nostra condizione e dovremmo essere in grado di poterlo farlo liberamente. Se un lavoratore desidera cambiare azienda, posizione organizzativa o optare per la libera professione, dovrebbe poterlo fare per libera scelta e non perché costretto da un ambiente tossico o da un licenziamento ingiustificato o dalla scadenza di un contratto rinnovato all’infinito.
Un lavoratore tutelato ha molte più possibilità di mettere dei confini, di dire di no e di rifiutare condizioni inaccettabili senza temere il licenziamento. In poche parole non è facilmente ricattabile.
Il lavoro tutelato, un bisogno ancora attuale
Il lavoro tutelato non si identifica necessariamente con un contratto a tempo indeterminato, ma include un insieme di fattori, come la formazione continua, che accompagnano le persone nel trovare il loro posto nel mondo e nell’esprimere al meglio le proprie potenzialità. Di ciò abbiamo ancora profondamente bisogno.
Proprio perché il mondo sta cambiando a velocità sempre crescente abbiamo la necessità di sostenere le politiche che mirano a tutelare il diritto del lavoro. Solo in questo modo è possibile dare delle risposte concrete alle persone per affrontare un mercato del lavoro dai contorni sempre più incerti.